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Racconto n°

2

Categoria:

CORONAVIRUS

LA CONFIDENZA Simonetta

LA CONFIDENZA

 

 

Si erano ritrovati solo da pochi mesi.

 

Lei, manager single in carriera con la fedina amorosa un po’ sporca e lui, proprietario di un negozio di alimentari, non felicemente sposato, con un passato da dongiovanni.

 

Erano stati fidanzatini alle scuole medie e solo Dio sa perché lui l’aveva cercata sui social trent’anni dopo, proprio sul finire del 2019.

 

«Ciao, come stai? Scusa l’irruzione, mi è apparsa la tua foto su facebook e mi è venuta voglia di sentirti… dopo tanti anni...»

 

«Ehi! Tutto bene, grazie! E tu? È bello che ti ricordi di me dopo tanti anni.»

 

«Mi ricordo eccome, ma non ti ho più visto in giro. Se ti va una sera possiamo andare a cena o a bere qualcosa.»

 

«Proviamo, trovare un giorno non sarà facile, ma ti faccio sapere.»

 

Riuscì a convincerla per la cena solo quando l’anno nuovo aveva già fatto capolino da un mese, gli oroscopi navigavano con il vento a favore e nell’aria già c’era il primo sentore di una maledetta primavera.

 

Lei aveva vinto la sua paura di uscire a cena con un uomo sposato e lui l’aveva fatta ridere e l’aveva coccolata con discrezione per tutta la sera.

 

I loro discorsi erano infarciti di ricordi dell’adolescenza e di racconti delle loro vite, del loro amore per i figli e poco era trapelato della loro vita sentimentale, almeno quella attuale.

 

Ne era seguita una settimana di silenzio, lei felice e rassegnata a rimuginare su quanto era stata bene e su quanto lui avrebbe potuto conquistarla, ma decisa a tenersi alla larga dai guai, e lui distaccato e sconcertato dalla reazione gentile ma glaciale della donna che aveva fortissimamente cercato.

 

Rispondendo ad un messaggio di cortesia fu lei a trasformare la chat in una serie di micro messaggi dal contenuto altamente confidenziale.

 

«Sto cercando di capire chi sei e come mai sono stato così bene… chi sei…»

 

«Questo è quello che ogni donna vorrebbe sentirsi dire e quindi è ufficiale… sei bravo… ma chi sei tu davvero?»

 

«Non lo so chi sono, quando lo imparerai me lo dirai tu, a cena ti ho guardata negli occhi per tutto il tempo, ero lì dentro. Ci sono stato bene.»

 

«Mi stai spiazzando, sembri così sincero. Ma non credi sia meglio evitare le tentazioni?»

 

«Quindi dobbiamo rinunciare a vivere? Ci sono cose che vanno al di là di una tentazione.»

 

“Cosa c’era di male in fondo?” Continuava a ripetersi lei. “Mica l’ho cercato io” e poi doveva ancora testare se le piaceva davvero, forse era solo desiderosa di essere corteggiata, forse voleva solo fare sesso ed essendo inizio anno le sembrava anche di buon auspicio.

 

Continuò tuttavia a seguire la tecnica del “me la tiro” tanto la corda si sarebbe spezzata, lo esasperò elencando implacabile tutti i contro della situazione.

 

«È innegabile, è scattato qualcosa tra noi quella sera, ma io mi conosco, vorrei sempre di più e tu finiresti con l’odiarmi e darmi ragione, che ti dispiace ma non te la senti di continuare.»

 

«Non puoi sapere come andranno le cose, hai aperto porte che erano chiuse da tempo…»

 

Lui non mollava, schivava ogni sassata con maestria e tranquillità.

 

«Sei intrigato dal giochino nuovo che potrei diventare per te, continuava a ripetere lei.»

 

«Tu non sei il mio giochino, tu sei una cosa meravigliosa e io ti adoro. Non è colpa mia se sei tornata nella mia vita adesso. Tu cosa vorresti davvero?»

 

Lei tentennava ancora, iniziava a ragionare con tutte le altre parti del corpo tranne la testa, e poi lei non era “riapparsa” nella sua vita, era lui che sfregando la lampada magica l’aveva fatta riapparire.

 

«Dai ci penso, mi stai tentando…»

 

«Ottimo, in fondo abbiamo solo già sprecato più di trent’anni, fai con comodo.»

 

Anche con i messaggi riusciva a farla ridere.

 

«Non vedi proprio nel nostro futuro, altri momenti magici insieme?» Incalzava imperterrito lui.

 

«È il contrario, ne vedo fin troppi.»

 

«Pensi di rendermi partecipe?»

 

Spegnendo definitivamente l’interruttore della sua parte razionale e sentenziando che stava vendendo l’anima al diavolo, digitò sulla tastiera il suo indirizzo e la data scelta.

 

«Ti aspetto, inizieremo a demolire domani il castello di emozioni che abbiamo costruito in questa settimana.»

 

«Fidati, non sarà così.»

 

Erano entrambi imbarazzati e tesi quella sera, lei continuava ad indagare e parlava in continuazione, lui non ci stava più dentro e la baciò impaziente.

 

«È tutto così strano» ripeteva lei.

 

«È tutto così bello» ribatteva lui.

 

 

 

 Le emozioni della loro prima volta furono contrastanti: lei era stata divinamente ma rimase fintamente distaccata mentre lui si era perso tra le braccia di quella ex piccola donna che stava cominciando ad amare.

 

Lei si convinse di non aver sfarfallato, lui la faceva sentire una regina in un regno dove tutto appariva possibile.

 

Con pazienza, dedizione ed una spontaneità disarmante lui riuscì a farsi strada nel fitto rovo in cui lei aveva avvolto il suo cuore ed ogni volta era un crescendo di emozioni, ogni volta era sempre più bello.

 

«Io faccio l’amore con te, non scopo.» E quel “ti amo” detto guardandola dritto negli occhi, dissolsero ogni dubbio della donna.

 

Si era innamorata, e cominciò ad essere vulnerabile.

 

Lui chiedeva fiducia e amore, lei donava tutta sé stessa provando comunque ad avere risposte per un possibile futuro insieme.

 

Era troppo presto, e la pazienza non era mai stata una delle sue virtù, ma lui riusciva a rassicurarla e a farla ragionare.

 

Ci pensò lui, COVID-19 a riscrivere le regole dei giochi.

 

Scoppiò così, in sordina, tra la fine di carnevale e l’inizio della quaresima.

 

Un monito dal cielo per la loro storia peccaminosa?

 

Lei non si sentiva in colpa, voleva solo amarlo liberamente e lui l’amava alla follia, con la foga del ragazzino di cui lei aveva un vago ricordo.

 

«Il romanticismo va condiviso» diceva lui.

 

«Sei una cosa grande» ribatteva lei, «non sarò mai alla tua altezza.»

 

«Ma se sei gigante!»

 

La città fu messa in quarantena, poche le uscite consentite, loro continuarono a lavorare, ma la vita era cambiata di botto.

 

L’atmosfera surreale era tangibile ovunque, anche nei loro messaggini ai quali si erano aggiunte le telefonate, tra le pause di lavoro, la sera non era più possibile uscire.

 

L’attività di lui consentiva ancora una piccola autonomia di movimento nella giornata e, sfidando la sorte e le autorità, continuarono a vedersi.

 

Non erano mai sazi dei loro corpi, dei loro baci e nutrivano l’anima e la mente con le confidenze più intime.

 

Senza rendersene conto misero sul piatto tutte le paure, le storie più torbide, i particolari più scabrosi e tante parole di troppo.

 

Lei si sentiva più forte, cominciava a vederlo quel futuro con lui alla luce del sole e decise di raccontare della sua ultima storia, di quanto fosse stata importante e del segno che aveva lasciato in lei ma di quanto avesse capito che l’uomo della svolta era quello davanti a lei in quel momento.

 

Lui le aveva portato la spesa come al solito ma la bottiglia di vino stappata più che a suggellare il loro amore eterno, servì solo a mascherare la sua gelosia e i suoi timori.

 

Lui che aveva definito lei il più bel casino che gli potesse capitare, anzi che non gli era capitato, ma che si era andato a cercare, lui ora non digeriva che lei avesse provato sentimenti simili per un altro uomo e si allontanò da lei chiedendo di avere pazienza, il periodo era delicato, COVID-19 aveva dilatato i tempi.

 

«Credevo fosse più difficile venire a letto con te e conquistare il tuo cuore.»

 

Da quel momento aveva diradato i messaggi e le telefonate e non se la sentì più di sfidare le regole.

 

Era tutto rimandato a tempi migliori.

 

Lui si sentiva tradito, anche se era il traditore.

 

Lei era attonita da quella reazione, avevano raggiunto una confidenza tale da sentirsi come marito e moglie, ne avevano passate già tante in quel mese, sembrava una vita.

 

Le regole degli amanti però erano ben note a tutti.

 

Ognuno doveva saper stare al suo posto, soprattutto da quando a fare la sentinella era comparso COVID-19.

 

I tempi del colera erano lontani e lei sperò che un vaccino potesse arrivare  presto a sconfiggere la di lui pausa di riflessione.

 

L’amore, quello vero, avrebbe vinto su tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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